TRASFERIMENTO SEDE LEGALE
Nota a verbale UILPA incontro del 21.04.2021
U.S.R. LAZIO/OO.SS.
Attualmente la Direzione Generale rappresenta, secondo il D.M. 914 del 18.12.2014, una unità funzionale dell’Amministrazione, sede di RSU, con competenze Regionali, a differenze delle articolazioni territoriali a cui vengono assegnate competenze provinciali. La Direzione Generale è sede di RSU e non conta che ci siano situazioni ed amministrazioni ( tra cui le Istituzioni Scolastiche ), in cui Uffici dislocati in più sedi facciano capo ad una sola RSU. Le sedi di contrattazione e di elezione delle RSU, infatti sono frutto di apposito protocollo ARAN e successivo protocollo, condiviso con le OO.SS., a livello locale. E’ evidente che se i suddetti protocolli prevedano per una articolazione o una Amministrazione una RSU unica, l’unitarietà fisica assume una grande importanza, visto il ruolo di stretto contatto col personale riconosciuto alle RSU. Il Protocollo che regola le sedi di RSU nel nostro Ministero, e, in particolare l’USR, ha voluto una sede di RSU per la Direzione LAZIO. Ad oggi, l’Amministrazione ci parla del trasferimento della sede legale della Direzione. Una nozione, questa, che è totalmente estranea ai rapporti tra Amministrazione e Lavoratori, tra Amministrazione e OO.SS. Tutte le disposizioni in tema di prerogative sindacali, trasferimenti, diritti dei lavoratori fanno riferimento al concetto di unità produttiva e di sede di lavoro.
E’ Giusto, quindi, inquadrare giuridicamente, in maniera corretta ciò di cui stiamo parlando. Quello che il D.G. Lazio ha portato sul tavolo non è il trasferimento della sede legale, entità squisitamente giuridica, per la quale questa O.S. non prova alcun interesse. Non sta proponendo neanche un trasferimento dell’Unità produttiva o funzionale che dir si voglia, perché, per stessa ammissione del Direttore Generale, non esiste ad oggi un piano con tempi certi per il trasferimento di tutti gli Uffici della Direzione Generale. E’ evidente, giuridicamente, allora, che non si possa che parlare della creazione di una nuova Unità funzionale, che nessuna rispondenza trova nel D.M., e di mobilità d’ufficio del personale, i cui criteri, lo ricordiamo, insieme alla sicurezza, specialmente in tempo di Covid, sono oggetto non di mera informativa ma di confronto con le OO.SS.
Per essere precisi, questa suddivisione tra due unità produttive è di fatto già avvenuta. Da tempo, il Direttore Generale, la sua segreteria ed altri dipendenti dell’USR hanno la possibilità di timbrare presso un apposito timbratore a Via Frangipane, che individua, solo informaticamente, una sede di lavoro diversa da quella assegnata al personale in questione. In tempi non sospetti, abbiamo richiesto all’Amministrazione di conoscere i nominativi, i ruoli ed i titoli di utilizzazione del suddetto personale. Abbiamo chiesto che ci venissero inviati gli atti che, giuridicamente, giustificassero le suddette timbrature ed il conseguente riconoscimento di ore in eccedenza o buoni pasto, che, soprattutto, mettessero il personale al riparo da brutte sorprese in caso di controlli della Guardia di Finanza, dell’ASL o dell’INAIL. La nostra richiesta non ha trovato riscontro e, quindi, di fronte ad un atteggiamento di chiusura nei confronti dei lavoratori, che speriamo non venga confermato dall’Amministrazione, non si potrà non tenerne conto.
Per quanto riguarda gli aspetti legati alla sicurezza, nel corso del sopralluogo effettuato il giorno 19.04 u.s., ci ha sorpreso trovare difformità evidenti e risolvibili che, proprio perché evidenti e risolvibili, possono dimostrare soltanto una cosa: la totale incuranza del rispetto delle normative in materia di sicurezza. In pochi minuti, visionando un corridoio e quattro stanze, senza avere la preparazione tecnica che può avere un tecnico dei Vigili del fuoco o un tecnico dell’ASL, abbiamo notato le seguenti
anomalie :
- porta a vetri, con vetri frangibili posta all’ingresso del piano che potrebbe essere causa di infortuni per i lavoratori.
- canaline aperte e cavi elettrici a vista in una sala riunioni ancora in lavorazione e che, pertanto, dovrebbe essere contrassegnata come area di cantiere, con barriere che ne inibiscano l’accesso al personale non autorizzato.
- Una parete in cartongesso, evidentemente di recente creazione, con porta non a norma e non dotata di maniglione antipanico, esattamente al centro della via di fuga, in un edificio in cui il DVR ci dice che, vista la distanza superiore alla norma da coprire per raggiungere un luogo sicuro, è necessario avere una organizzazione perfetta dell’evacuazione.
- porte delle stanze con lamina in ferro, non dotate di maniglione anti-panico che, evidentemente, potrebbero diventare una trappola in caso dovessero bloccarsi durante un’emergenza, ad esempio per eventi sismici,
- la porta del bagno, antistante ad una rampa per disabili, non di dimensioni tali da consentire il passaggio di una carrozzina. Al riguardo, anche se non si tratti di un problema di sicurezza, ci spiace che la nostra Amministrazione non abbia tenuto in considerazione la delicatezza, assolutamente dovuta, nei confronti delle colleghe donne, prevedendo bagni differenziati per uomini e donne. E’ chiaro che contasse di più avere servizi igienici riservati di cui comunque siamo a conoscenza.
- Il quadro elettrico di piano aperto e non chiudibile, in quanto privo di serratura funzionante e la mancanza, nelle vicinanze, anomalia certificata anche dal DVR, dell’estintore CO2, come prescritto dalla legge.
- Nessun accesso autonomo al piano per i disabili, visto che l’unico ascensore nelle vicinanze è ad uso esclusivo dell’Istituzione Scolastica e posto al di là di una porta taglia fuoco, giustamente chiusa dall’esterno, e non ci si venga a dire che, ad oggi, tra il personale individuato non ci sono diversamente abili, perché nel mondo, purtroppo, esistono anche le inabilità temporanee.
- La stessa porta taglia-fuoco che, per legge, dovrebbe essere dotata di sistema di bloccaggio tramite elettrocalamita per poter facilitare l’evacuazione e che ne è priva.
- Sono state apportate modifiche di natura edilizia, evidenti nel confronto tra planimetrie originarie e attuali e non crediamo siano state fatte le dovute comunicazioni, come non crediamo che siano state fatte le necessarie mutazioni di destinazione urbanistica da scuola a uffici.
L’ incuranza da parte di Città Metropolitana per la sicurezza è dimostrata dal fatto che, dall’ingresso di via Frangipane, ogni ala è ancora chiusa da porta a vetri frangibili, priva di maniglione anti-panico e a “ saloon “ come la definisce il RSPP, il che vuol dire con apertura a molla in entrambe le direzioni. Il “meglio” che ci sia in caso di evacuazione, tanto che il RSPP dispone che la porta debba restare sempre aperta e noi, trattandosi di porta a molla, come O.S. ci chiediamo : in che modo? Posizionando una bella sedia al centro della via di fuga, legando la porta alla parete con apposito chiodo, magari con lo spago o posizionando apposito dipendente blocca porta? La cosa che proprio non è chiara è perché la Città Metropolitana, in cinque anni non abbia smontato quelle porte, semplicemente estraendole dai cardini, visto che quella anomalia era stata segnalata ancor prima del trasferimento dell’A.T., e che il RSSP dell’epoca, nella sua relazione tecnica, aveva richiesto la rimozione di quelle due porte. E’ evidente che si continui a ragionare secondo la filosofia, purtroppo diffusa del “ ma cosa vuoi che succeda ?” Una filosofia a noi estranea, soprattutto perché il Direttore Generale ci ha ricordato che, in assenza di un RLS, le RSU sono responsabili collegialmente, interpretazione con cui siamo pienamente d’accordo. Siccome la legge prevede responsabilità anche di natura penale in capo a chi ha l’obbligo di segnalare all’autorità e non lo fa e noi non siamo abituati ad abbandonare al proprio destino le RSU, ove l’Amministrazione disporrà un trasferimento d’ufficio, non potremo fare altro che chiedere una verifica ai Vigili del fuoco, all’ASL e all’Ispettorato del lavoro, rimettendoci, come è giusto che sia al loro parere, sicuramente più tecnico e autorevole del nostro. Anche perché, dopo un anno dal primo incontro, siamo stanchi di richiedere il CPI, le dichiarazioni di conformità dell’impianto elettrico, degli impianti di areazione etc. anche perché, è ormai evidente che questi certificati non esistano per il semplice fatto che nessun installatore, dotato delle normali competenze tecniche, certificherebbe, ad esempio, un impianto elettrico con le difformità segnalate. Ci spiace solo che l’Amministrazione non abbia ben interpretato le nostre richieste. Le ha viste come un attacco e invece erano una tutela per i lavoratori, ma anche per il datore di lavoro, il principale responsabile sul piano civile e penale. Le nostre richieste hanno sempre ricalcato le check list dei Vigili del fuoco e delle ASL e miravano ad evitare sanzioni gravi, pecuniarie e penali a carico del Direttore Generale e dei Dirigenti preposti.
Abbiamo segnalato che presso l’Ufficio IV è in servizio un nostro Dirigente Sindacale, il cui ruolo, valido sin dal 2017, è oggi fondamentale per gli assetti e per il coordinamento della nostra sigla, in quanto ha il compito di tenere i rapporti con gli Iscritti, curare le nuove iscrizioni che non sono mancate neanche in quest’anno di pandemia, proprio grazie al suo impegno atto a dare supporto al Coordinamento Regionale. Il suo trasferimento in altra sede fisica è illegittimo e in contrasto con le prerogative sindacali, peraltro riconosciute dal Direttore Generale nei confronti di Dirigenti sindacali di altre sigle. Pertanto, non possiamo non avvertire che il trasferimento del suddetto dipendente che, per venire incontro alle esigenze dell’Amministrazione, ha presentato regolare domanda di trasferimento ad altro ufficio della Direzione, verrebbe considerato attività antisindacale nei confronti della UILPA, in contrasto con la parità di trattamento delle OO.SS. ed evidentemente orientato ad un tentativo di indebolire la nostra sigla, primo sindacato alla Direzione per iscritti e per voti con oltre il 50% delle preferenze sui voti espressi alle ultime elezioni RSU, nonché principale oppositore finora al piano di riorganizzazione dell’Amministrazione.
Entrando nel merito, riteniamo che non siano facilmente individuabili le ragioni organizzative e tecniche per questo trasferimento in questo momento storico. Abbiamo il dubbio che, ancora una volta, il nostro personale venga usato, come già fatto in passato, per “occupare” spazi. Un sentore che ha trovato anche qualche conferma dalla lettura dei verbali pubblicati dagli Istituti Scolastici viciniori che ci parlano di un boom di iscrizioni, di carenza di classi, di richieste di classi presso l’edificio di Via Frangipane. Tutti temi che meriterebbero un approfondimento, con il coinvolgimento dei vertici del nostro Ministero e della Città Metropolitana, perché ci auguriamo tutti che l’esigenza di Città Metropolitana di liberare qualche stanza per un Commissario Straordinario, non abbia interferito con il diritto allo studio dei ragazzi nel Lazio e, soprattutto, con la sacrosanta esigenza dei genitori, in tempi di Pandemia, di iscrivere il proprio figlio nella scuola più vicina a casa, per garantirgli la migliore istruzione possibile e, al contempo, il minor rischio possibile di contagio.
La metà circa del personale dell’Ufficio IV, tra cui tutto il personale amministrativo, ha richiesto, per iscritto un intervento di questa O.S. volto ad evitare il trasferimento in un clima di pandemia come quello attuale. I Lavoratori in questione sono preoccupati, più di tutto, dell’uso dei mezzi pubblici, che oggi non usano e che, da domani, dovrebbero usare obbligatoriamente. L’Amministrazione, in caso di trasferimento d’ufficio e contro la volontà di questi lavoratori, li sottoporrà ad un rischio ingente, quanto inutile. In questo lungo, lunghissimo anno, tutto il nostro personale ha dimostrato di saper lavorare con responsabilità e senza nessun bisogno di un controllo a vista. Più di tutti l’hanno dimostrato i colleghi dell’Ufficio IV, alcuni dei quali, per una serie di coincidenze, non hanno avuto modo neanche di conoscere di persona il proprio Dirigente. Ci sembra singolare che un Dirigente che ha, evidentemente, saputo gestire per mesi il proprio personale a distanza, riuscendo, nonostante questo, a permettere all’Ufficio di raggiungere traguardi ambiziosi, come il concorso docenti, unico che sia svolto in Italia in piena pandemia, ora possa tenere a dove si siedono i propri dipendenti. Siamo sicuri che vorrà continuare ad impegnarsi per il benessere del proprio personale, piuttosto che iniziare una guerra con tutti gli Amministrativi del suo Ufficio. Una guerra persa in partenza, perché la storia ci insegna che le persone non soddisfatte del proprio lavoro, trovano, prima o poi, la maniera per abbandonare la nostra Amministrazione.
Siamo, altresì, convinti che il Direttore vorrà riflettere su quanto abbiamo detto. Quello che vogliamo chiarire è che la UILPA ha sempre cercato soluzioni e non di amplificare i problemi ed è per questo che lanciamo la nostra proposta in quello che, lo speriamo ancora, possa essere un confronto e non uno scontro a chi fa più danni all’altro, perché a rimetterci sarebbe solo il Servizio Pubblico di cui, tutti, siamo convinti difensori.
Proponiamo all’Amministratore di spostare la sede legale, anche per risolvere problemi ormai datati, di gestione della Posta, formalizzare il conseguente presidio presso i locali di Via Frangipane, costituito dal Direttore, dalla sua segreteria, dal Dirigente dell’Ufficio IV e del personale che non ha espresso parere contrario al trasferimento. Il tutto per garantire una corretta supervisione dei lavori che saranno effettuati da Città Metropolitana e agevolare il processo di riunificazione della D.G. con l’A.T. Roma. Tenere in servizio, presso via Ribotta, il personale dell’Ufficio IV che ne abbia fatto richiesto, con il compito di coordinamento con gli altri Uffici e relazioni con il pubblico, posto che i locali della D.G. non sono pronti alla ricezione degli utenti. Da subito il Direttore si impegnerà a segnalare tutte le criticità da noi rappresentate a Città Metropolitana esigendo che vengano immediatamente risolte quelle facilmente risolvibili, come ad esempio, eliminare le porte inutili sulle vie di fuga.. L’Ufficio si impegnerà, inoltre, a risolvere con propri fondi, in caso di inadempimento di Città Metropolitana, le criticità più facilmente risolvibili, quali i vetri frangibili, che possono essere messi in sicurezza con apposite pellicole, gli estintori etc.
L’Ufficio si attiverà con Città Metropolitana per la messa a norma definitiva di impianti e dell’intero stabile, evitando di proporre ulteriori spostamenti prima che ci siano tutte le condizioni di sicurezza dell’immobile.
Siamo sicuri che non sarà difficile trovare, nel nostro edificio, lo spazio per quattro o cinque persone, in base alle determinazioni che l’Amministrazione vorrà assumere in relazione alle domande di trasferimento, posto che, ad oggi, di tutte le Unità che hanno chiesto la permanenza a Via Ribotta, la maggioranza non può prestare servizio in presenza.
Ove l’Amministrazione ritenga di dover fare un ulteriore approfondimento, richiediamo di comunicarci le proprie determinazioni, per iscritto, entro 5 giorni lavorativi, decorsi i quali si procederà ad intraprendere tutte le iniziative che questa O.S. riterrà utili a tutela del Personale, dell’Amministrazione, dei propri Dirigenti Sindacali e del Sistema di Istruzione nel Lazio.
Roma,21.04.2021
F.to Il Coordinatore Regionale Lazio UILPA-MI-MUR
Antonio Izzo