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            In data odierna si è svolto l’incontro tra OO.SS. ed Amministrazione per il confronto dell’"Accordo per la definizione delle misure di prevenzione e la sicurezza dei dipendenti del Ministero dell’Istruzione e applicazione dell’art. 87 DL 17/2020 a seguito di emergenze COVID-19".

            La UILPA MI e MUR ha ritenuto di dover evidenziare come l’accordo contiene refusi e previsioni di dubbia interpretazione e legittimità che potrebbero vanificarne l’ efficacia. Il documento dovrebbe costituire uno strumento attraverso il quale si dovrebbe procedere all'individuazione di soluzioni che consentano una prudente ripresa delle attività di presenza in una fase in cui l'emergenza epidemiologica è tutt'altro che terminata, ne sono un esempio i focolai a Roma e lo stato di emergenza dichiarato a Pechino,

            Da più Uffici, centrali e periferici dell’Amministrazione, sono giunte notizie di dirigenti d'ufficio e/o generali che stanno invitando i propri dipendenti a rientrare in servizio e che, in alcuni casi, è stato organizzato un calendario delle presenze, in assenza della sottoscrizione sia dell’Accordo sia del Protocollo per la prevenzione e la sicurezza in ordine all’emergenza COVID-19, nonostante la modalità di lavoro ordinaria ancora vigente sia quella del "lavoro agile" e che l’emergenza per la pandemia sia ancora in atto.

            Con riferimento alla presenza dei lavoratori in sede, infatti, l’Accordo fa riferimento a un "contingente minimo di personale posto a presidio dell'ufficio", individuato dal dirigente, che supera il dato normativo che - si rammenta - dispone che il lavoro agile è la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e che la presenza del personale negli  Uffici  è limitato al solo fine di assicurare esclusivamente le  attività indifferibili e che richiedono necessariamente la presenza sul luogo di lavoro, anche in ragione della gestione dell'emergenza, al fine di ridurre al minimo la presenza dei lavoratori nelle varie sedi.

Quindi, questa O.S. ha richiesto di specificare che le attività indifferibili sono da rendere in presenza UNICAMENTE solo se non possono essere svolte  distanza in modalità agile espungendo il “contingente minimo di personale posto a presidio dell’’ufficio”, che non trova alcun riscontro normativo e senza lasciare la discrezionalità al dirigente nell’individuazione dello stesso.

Ne deriva la necessità di espungere la suddetta previsione dal testo, cosi come di riformulare la parte in cui si prevede che "le attività indifferibili/urgenti da rendere in presenza [...] sono individuate dal dirigente" che sembra lasciare alla discrezionalità di quest'ultimo l'individuazione delle stesse. La norma non riconosce, invece, alcuna discrezionalità e limita la presenza del lavoratore in sede per lo svolgimento di quelle sole attività che, oltre che indifferibili, richiedano, per il loro svolgimento, NECESSARIAMENTE la presenza del dipendente in sede e che, quindi, non possano essere svolte a distanza.

            E’ stato sottolineato, inoltre, che nel protocollo in questione si fa riferimento, in più occasioni, all'utilizzo delle mascherine, obbligatorio (giustamente) in casi specifici; ad esempio, si prevede che "il datore di lavoro organizzerà le attività lavorative e gli spazi al fine di garantire il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro. Qualora non sia possibile rispettare la distanza di sicurezza (es. aree comuni), il lavoratore dovrà indossare la mascherina.    L’Amministrazione si impegna a reperire un quantitativo di mascherine chirurgiche da mettere a disposizione del personale ovvero di visitatori autorizzati laddove sprovvisti."

            Questa O.S. ritiene di dover invitare l'Amministrazione a farsi carico di tale aspetto con modalità diverse e adeguate alla tutela della salute del lavoratore.

            L'amministrazione, infatti, "non deve impegnarsi A REPERIRE", bensì deve impegnarsi "A FORNIRE a ciascun dipendente chiamato a svolgere la propria attività lavorativa di presenza una o più mascherine per ciascuna giornata lavorativa". La tutela della salute dei lavoratori non può ridursi a una mera obbligazione di mezzi ma deve consistere in una obbligazione di risultato, quanto meno con riferimento alla messa a disposizioni della strumentazione adeguata, poiché l'utilizzo prolungato delle mascherine chirurgiche le rende inadeguate dopo 2/3 ore.

            Per tale ragione, è stato chiesto un chiarimento all'amministrazione circa la fornitura a ciascun dipendente delle mascherine, adeguato al numero di ore di cui sarà composta la giornata lavorativa.

            Sono stati segnalati, altresì, due particolari refusi, di cui uno presente anche nella bozza di protocollo condiviso sottoposto alla approvazione delle RSU:

1) mancato riferimento al Ministero dell’Università e della ricerca, nell’Accordo;

2) le "attività indifferibili e che richiedono necessariamente la presenza sul luogo di lavoro" divengono solo "attività indifferibili", con un evidente contrasto con il dato normativo e conseguente ampliamento delle ipotesi in cui il dipendente debba essere presente in ufficio, in entrambe i documenti.

            Quindi, nell’interesse primario della salute dei lavoratori nonché delle responsabilità datoriali derivanti, è stato richiesto di sospendere qualsiasi iniziativa unilaterale, che sia dirigenziale o direttoriale, in attesa che si definisca il Protocollo per la prevenzione e la sicurezza in ordine all’emergenza COVID-19 fino alla ridefinizione dello svolgimento dello SMART WORKING, per il quale l’Amministrazione si è impegnata a convocare un tavolo già dalla prossima settimana.

            LA UILPA MI e MUR ha anche sollecitato la stipula di un accordo sulla mobilità, strettamente legata allo stato emergenziale in atto. La normativa infatti invita ad evitare anche gli spostamenti di personale dalle sedi di residenza , fatto che sovente si riscontra negli uffici territoriali e regionali con alcuni dipendenti costretti a continui spostamenti interregionali o provinciali.

            Anche per questo è stata accolta favorevolmente la negoziazione di un accordo quanto più utile e favorevole per lo smart working per segnare con decisione la transizione da “home working”, come di fatto è stato in questi mesi nella nostra Amministrazione, ad un compiuto smart working, verso una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, praticato in una cornice adeguatamente attrezzata, sicura e di pari opportunità e disciplinato dalla contrattazione collettiva, a totale garanzia di tutti i lavoratori.

            Ogni azione intrapresa in assenza di indicazioni certe e condivise, tese alla tutela e garanzia dei lavoratori, sarà oggetto di attenta analisi da parte della scrivente Organizzazione e, in assenza delle predette modifiche, la scrivente O.S. non sottoscriverà i suddetti protocolli, ritenendo non negoziabile la tutela della salute dei dipendenti, che non può essere lasciata né alla discrezionalità dei dirigenti, né tanto meno a indefiniti impegni di codesta Amministrazione.

Roma, 19.6.2020                                                    Il Coordinatore Nazionale UILPA MIUR

                                                                                              Alessandra Prece

                                                                                        (Firma autografa sostituita a mezzo

                                                                                         stampa ai sensi dell’art.3, comma 2

                                                                                             del decreto legislativo n. 39/93)